L'Amore vince tutto! Intervista a Claudia Koll
di Mauro Harsch
 
Attrice di successo, affianca attualmente l’attività artistica ad un'intensa opera di volontariato a favore dell’infanzia e dei sofferenti.
Ho avuto modo di incontrarla in più occasioni, scoprendo in lei una sensibilità, una bontà d’animo fuori dal comune. Nell’intervista, con coinvolgente spontaneità, parla delle sue convinzioni morali e spirituali, di particolari esperienze di vita, svelando pure qualche segreto custodito nel suo cuore.
 
Recentemente si è molto parlato della tua conversione e del tuo impegno a favore dell’infanzia bisognosa. Cosa vuoi dirci in proposito?
Ho incontrato il Signore in un momento drammatico della mia vita, in cui nessun uomo avrebbe potuto aiutarmi; solo il Signore, che scruta negli abissi del cuore, poteva farlo. Ho gridato, e Lui mi ha risposto entrando nel mio cuore con una grande carezza d’amore; ha sanato alcune ferite e ha perdonato alcuni miei peccati; mi ha rinnovata e mi ha messa al servizio della Sua vigna. Mi sono sentita come il figlio della parabola del Figliol prodigo: accolta dal padre, senza essere giudicata. Ho scoperto un Dio che è Amore e grande Misericordia.
In un primo tempo ho cercato Gesù nei sofferenti, nel volontariato, negli ospedali, nei malati di AIDS e successivamente, in seguito ad un invito del VIS (organizzazione internazionale non governativa che rappresenta i missionari salesiani nel mondo), mi sono confrontata con grandi ingiustizie come la fame e la povertà. In Africa ho visto il volto di Gesù Bambino che ha scelto di essere povero fra i poveri: vedevo correre tanti bambini sorridenti, vestiti di stracci, e abbracciandoli e baciandoli pensavo a Gesù Bambino, vedevo in loro tanti Gesù Bambini.
 
Ricordi qualche esperienza di fede vissuta durante la tua prima giovinezza?
Nella prima infanzia sono cresciuta con una nonna non vedente, che però vedeva con gli occhi della fede. Era molto devota alla Madonna di Pompei e al Sacro Cuore di Gesù; grazie a lei ho respirato una particolare “presenza” di fede. In seguito il Signore ha permesso che mi smarrissi… Oggi però comprendo che Dio permette lo smarrimento, e il male, perché da esso può nascere un grande bene. Ogni “figliol prodigo” diventa testimone dell’Amore e della grande Misericordia di Dio.
 
Dopo la conversione cos’è cambiato concretamente nelle tue scelte di vita, nel quotidiano?
La conversione è qualcosa di profondo e continuo: è aprire il cuore e cambiare, è vivere concretamente il Vangelo, è opera di rigenerazione basata su tante piccole morti e rinascite quotidiane. Nella mia vita cerco di ringraziare Dio con tanti piccoli gesti d’amore: occupandomi dei bambini, dei poveri, superando i miei egoismi… È vero che c’è più gioia nel dare che nel ricevere. A volte, dimenticando noi stessi, si aprono nuovi orizzonti.
 
L’estate scorsa sei stata a Medjugorje. Che impressioni ne hai riportato?
È stata un’esperienza forte che mi sta trasformando e donando nuovi incentivi, tuttora in fase evolutiva. La Madonna ha svolto un ruolo importante nella mia conversione; è stata davvero una mamma, e io mi sento Sua figlia. In ogni appuntamento importante La sento vicina, e quando ho bisogno di riappacificarmi è sempre il Rosario la preghiera che riporta la pace nel mio cuore.
 
Tu sei testimone della fede cattolica vissuta nella pienezza e nella gioia. Che cosa vorresti dire ai giovani lontani dalla fede e a coloro che hanno abbandonato il cristianesimo e la Chiesa per abbracciare magari altre religioni o altre filosofie di vita?
Vorrei dire loro che l’uomo ha bisogno del Trascendente, della presenza di Gesù Risorto che è la nostra speranza. Rispetto ad altre religioni noi abbiamo un Dio che ha anche un volto; un Dio che ha sacrificato la vita per noi e che ci insegna a vivere in pienezza e a conoscerci. Fare esperienza di Dio significa anche entrare nel profondo del nostro cuore e crescere quindi in umanità: questo è il grande mistero di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo. Oggi, amando Gesù non posso non amare l’uomo, ho bisogno dell’uomo. Essere cristiani significa amare il fratello e ricevere il suo amore, significa sentire la presenza del Signore attraverso i nostri fratelli. L’amore per Gesù ci fa vedere il prossimo con occhi diversi.
 
Qual è secondo te il motivo per cui molti giovani abbandonano la Chiesa?
La nostra società non ci sostiene in un cammino spirituale, è una società molto materialista. L’anelito dell’anima tende verso l’alto, ma poi in realtà il mondo ci parla di tutt’altro e non ci sostiene in una ricerca autentica di Dio. Anche la Chiesa ha le sue difficoltà. Non dobbiamo in ogni caso dimenticare che Essa è il Corpo mistico di Cristo e va quindi appoggiata, dobbiamo rimanere nella Chiesa. Non bisogna identificare la persona con Dio: a volte le colpe di una persona diventano motivo per cui non si crede o si smette di credere... Questo è sbagliato e ingiusto.
 
Cos’è per te la felicità?
La gioia! La gioia di sapere che Gesù esiste. E la gioia nasce dal sentirsi amati da Dio e dagli uomini, e nel contraccambiare questo amore.
 
I valori più importanti nella tua vita.
L’amore, l’amore, l’amore…
 
Cosa ti ha spinta a voler diventare attrice?
Subito dopo la mia nascita, mia mamma ed io abbiamo rischiato di morire e, come accennato prima, sono stata affidata a mia nonna, non vedente. Più tardi, quando lei stava dinnanzi al televisore e ascoltava gli sceneggiati, io le raccontavo cosa vedevo. L’esperienza di raccontarle quello che accadeva, e vedere il suo volto illuminato, ha generato in me la voglia di comunicare con le persone e di regalare emozioni. Penso che sia da ricercare in questo vissuto il seme della mia vocazione artistica.
 
Un’esperienza particolarmente viva fra i tuoi ricordi…
Sicuramente l’esperienza più grande è stata quella d’avvertire nel mio cuore il grande amore di Dio, che ha cancellato tante mie ferite.
Nel volontariato, ricordo l’incontro con un malato di AIDS che aveva perduto la facoltà della parola e non riusciva più a camminare. Ho trascorso un pomeriggio intero con lui; aveva la febbre alta e tremava dalla paura. Gli ho tenuto la mano per tutto il pomeriggio; ho condiviso con lui le sue sofferenze; vedevo in lui il volto di Cristo… Non scorderò mai quei momenti.
 
Progetti futuri. Nel volontariato e nella vita artistica.
Ho in programma un viaggio in Angola, per il VIS. Continuo inoltre la collaborazione con un’associazione che si occupa di donne immigrate in Italia in condizioni di difficoltà. Mi sento chiamata ad aiutare chi è più debole: il povero, il sofferente, lo straniero. In questi anni di volontariato con gli immigrati, ho vissuto molte storie di grande poesia. Vedendo situazioni di povertà anche dentro le nostre città, ho scoperto persone con grandi ferite morali, culturalmente non pronte a trovarsi in difficoltà; persone che hanno bisogno di ritrovare la propria dignità, il senso più profondo della propria esistenza. Attraverso il cinema mi piacerebbe raccontare alcune di queste realtà molto toccanti.
In dicembre, in Tunisia, inizieranno anche le riprese di un nuovo film per la RAI, sulla vita di San Pietro.
 
Come vedi oggi il mondo della televisione e del cinema?
Ci sono degli elementi positivi e ho molta speranza nel futuro. Credo che siano tempi maturi perché nasca qualcosa di diverso. Sogno un’arte che porti luce, speranza e gioia.
 
Qual è, secondo te, la missione di un artista?
Sicuramente quella di essere un po’ profeta, di illuminare il cuore degli uomini. Oggi, il male enfatizzato dai mass-media ferisce la nostra anima e la nostra speranza. L’uomo ha bisogno di conoscersi anche nelle proprie miserie, ma deve confidare nella Misericordia di Dio, che apre alla speranza. Bisogna guardare al bene che nasce anche laddove c’è il male: il male non può essere negato, ma va trasfigurato.
 
Nella sua Lettera agli Artisti, il Papa invita gli artisti a “cercare nuove epifanie della bellezza per farne dono al mondo”. Il nostro nuovo movimento “Ars Dei” è nato anche con l’obiettivo di riscoprire nell’arte un canale privilegiato di trasmissione di messaggi e valori che contribuiscano a richiamare alla mente e al cuore dell’uomo la sacralità della vita, il Trascendente, l’universalità di Cristo. Un movimento quindi in netta controtendenza con l’arte contemporanea. Un tuo commento in proposito.
Penso che la bellezza sia importante. Un bel tramonto ci parla di Dio e ci apre il cuore; un bel brano musicale ci fa sentire migliori. Nella bellezza incontriamo Dio. Dio è bellezza, è amore, è armonia, è pace. Mai come in questo periodo l’uomo ha bisogno di questi valori. Secondo me l’arte contemporanea è un po’ in ritardo rispetto a quello che l’anima dell’uomo cerca, ma penso che il nuovo millennio aprirà nuovi orizzonti. Credo che l’Ars Dei sia davvero un movimento nuovo e spero che possa fiorire come dice il Papa.
 
Per concludere, un messaggio, una citazione per i nostri lettori.
“Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Figlio suo Unigenito, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia la vita eterna”. (Gv 3-16)
L’Amore vince tutto!
 
Grazie Claudia e arrivederci in Svizzera!

Roma, 4 Novembre 2004